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Emergenza Coronavirus: cessazione delle misure limitative della circolazione infraregionale sotto il segno della burocrazia.
Dobbiamo constatare, con rammarico, che il regno della burocrazia pare ben lungi dall’avere i giorni contati, anzi, prospera sempre più in tempi, come questi, che richiederebbero invece provvedimenti di facile attuazione, chiaramente comprensibili e di certa efficacia.
Come già i media si sono affrettati ad annunciare, da oggi si apre una nuova fase di questo travagliato periodo, disciplinata da un numero di norme vieppiù crescente.
Sabato scorso, infatti, è stato emanato il decreto legge 16.05.2020 n. 33, a seguito del quale è sopraggiunto l’immancabile DPCM 17.05.2020 per la normazione di dettaglio (questa volta gli allegati sono passati da 10 a 17); per non parlare delle disposizioni regionali diverse da regione a regione quali, nel caso della Emilia-Romagna, il Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 82 del 17.05.2020, quest’ultimo composto di “sole” 176 pagine, che segue il n. 75 del 6 maggio scorso che aveva già rimosso i limiti di circolazione su base provinciale.
Il tutto, in attesa che venga pubblicato in Gazzetta ufficiale il c.d. decreto legge “rilancio”, annunciato già da aprile ma ancora latitante, che fonti ben informate dicono essere composto da 300 articoli (un record, nella storia della Repubblica, per un decreto legge, che supera di molto quello precedentemente fissato dal D.L. “cura Italia” che si era attestato sulla ragguardevole soglia, già da primato, dei 127 articoli).
A ciò si aggiungano gli innumerevoli protocolli e i variegati provvedimenti assunti, in totale autonomia, dai singoli Presidenti dei Tribunali (e delle altre ramificazioni in cui si estrinseca l’amministrazione della Giustizia), per disciplinare il funzionamento degli uffici giudiziari e dell’attività giurisdizionale, vera croce degli operatori del settore.
Come si può ben comprendere, una siffatta mole di provvedimenti ed il loro coordinamento richiederà giorni di studio.
Per ora ci limitiamo ad osservare che per i cittadini la nuova fase, come annunciato nelle varie conferenze stampa, è principalmente caratterizzata dalla cessazione degli effetti di tutte le misure limitative della libertà di circolazione all’interno dei territori regionali, fatta salva la possibilità di adottarle nuovamente e di reiterarle anche solo con riferimento a specifiche aree interessate da particolare aggravamento della situazione epidemiologica.
Restano ferme le misure di prevenzione già ampiamente note e l’obbligo, nella Regione Emilia-Romagna, dell’uso delle mascherine nei locali aperti al pubblico e anche all’aperto laddove non sia possibile mantenere il distanziamento di un metro.
Per i più “valorosi”, di seguito anticipo i link ai citati provvedimenti:
https://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus/norme/decreto_82_17maggio2020.pdf/view
18 maggio 2020
Avv. Stefano Franchi